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la storia
Colonna nell'antichit�
Come sostengono parecchi scrittori, fra i quali il Canina, il Westphal, il Gell e il Nibby, per ricercare le origini di Colonna occorre rifarsi alla vetusta citt� di "Labicum", ma pare ormai accertato che soltanto a Monte Compatri convengono l'altezza e la posizione strategica di quella citt� affermata da Livio e da Strabone.
Ma anche se Colonna non corrisponde esattamente all'antica Labico, tuttavia ha avuto un legame diretto con questa citt�, infatti furono proprio i Labicani, una volta distrutti e dispersi, a rifugiarsi e stabilirsi presso la stazione di servizio per il cambio dei cavalli "Ad Quintanas" che era « un oppido ... dipendente dal municipio labicano, il quale corrisponde alla moderna Colonna. Quindi i Labicani propriamente detti sono quelli del monte (Montecompatri); mentre quelli del piano dicevansi Labicani Quintanenses ».
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Particolare della Pasolina, da un disegno di Zenobi. |
La Tavola Peutingeriana, la carta itineraria su pergamena dell'Impero Romano risalente al XIIº o XIIIº secolo d.C., pone la stazione "Ad Quintanas" sulla Via Labicana a 15.000 passi (XV miglia) da Roma che corrisponde all'altezza delle Marmorelle e della Pasolina, sempre all'interno del territorio di Colonna.
Tutto ci� dimostra come le origini di Colonna abbiano radici nell'anticum Latium, fra le popolazioni rudi e valorose che contestarono l'espansione romana ai danni delle genti latine. Genti fiere e gelose delle tradizioni e dei costumi, dalle quali discende il valido ed operoso popolo colonnese.
Labico Quintanense sede episcopale
Il pi� antico fasto medioevale dell'antica Colonna fu religioso: fu al centro di importanti avvenimenti ecclesiatici in quanto fu la sede episcopale. Il suo primato di conversione al cristianesimo fu dovuto alla vicinanza a Roma, gi� completamente cristiana, e al traffico frequente facilitato dalla Via Labicana, pi� tranquilla e sicura rispetto alla Via Appia. Essendo "Le Quintane" la prima stazione di servizio per il cambio dei cavalli, era quasi obbligatorio soffermarsi almeno per qualche ora, e mentre si ristoravano i cavalli e i cocchieri, i viaggiatori pregustavano cibi e vini amabili, conversando non solo di affari, ma anche della nuova religione che l'Urbe aveva adottato.
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Lo Stemma gentilizio della Famiglia Pallavicini. |
Labico Quintanense fu sede episcopale dal IV secolo con Zoticus, fino al 1111 con Bonus sotto Pasquale II.
Nel territorio di Colonna inoltre sono presenti numerose chiese che, risparmiate dalle invasioni barbariche, sopravvissero fino al XIIº e XIIIº secolo. Di alcune resta solo documentazione scritta, di altre qualche rudere. Sembra che una di queste chiese medioevali fosse ubicata nell'oliveto della Pasolina, nel territorio della famiglia Pallavicini: si tratta della Chiesa di Santa Maria in Oliveto ricordata nella Bolla di Gregorio VII del 14 marzo 1074 e ceduta ai monaci di San Paolo.
Decadenza del Labico Quintanense
Guerre civili, scorrerie dei Normanni e Saraceni, presenza del feudatario, investiture, e soprattutto la crescente importanza che assumeva la vicina Tuscolo stanno alla base del processo di decandenza del Labico Quintanense. Come afferma Tomassetti: « ... quando comincia il feudatario sparisce il vescovo ».
Passaggi di propriet�
I terreni, nel 1622, erano di propriet� di Pier Francesco Colonna, che non essendo riuscito ad estinguere i debiti del padre, fu costretto a vendere il Ducato di Zagarolo, assieme ai tenimenti di San Cesareo, e i Castelli di Gallicano, Colonna e Passerano, per 860.000 scudi, al Cardinal Ludovico Ludovisi, nipote di Papa Gregorio XV.
Dopo soli 48 anni, anche i Boncompagni, furono costretti a vendere i loro feudi, questa volta per 876.000 scudi, a Giovanni Battista Rospigliosi.
I Pallavicini-Rospigliosi divennero cos� i nuovi signori di queste terre con i loro vigneti, costituendo cos� una vastissima tenuta di ben 1.600 ettari, comprendenti il colle della Villetta e le vigne di San Cesareo.
Dopo la prima guerra mondiale, gran parte dell'azienda fu espropriata dall'Opera Nazionale Combattenti ed assegnata a pi� di 700 contadini cosicch�, attualmente, ha una superficie di 89 ettari che si estende nella zona del Frascati DOC.