Vini Principe Pallavicini - Vini rossi, vini bianchi e vini dolci del Lazio Vini italiani DOC e IGT del Lazio

 
 
 

 
 
 
 

 
      versione italiana english version
 

 
   
nome utente
   
 


 
 
password
 


 

 

VINO, ARTE e LETTERATURA:

Anfore di Vino
    VIAGGIO TRA LE ANFORE ANTICHE
     
  www.dukabooks.com

L�anfora � forse il pi� emblematico fra i reperti che si rinvengono in fondo al mare.
La parola anfora deriva dal greco antico e letteralmente significa �portare da entrambe le parti�.
questi particolari contenitori in terracotta possono essere infatti presi con le due mani grazie alla presenza di due manici, che pi� correttamente chiameremo anse.
L�esigenza nell�antichit� di far circolare via mare per uso commerciale derrate alimentari ha fatto s� che l�uomo inventasse un recipiente dai costi contenuti, maneggiabile e con una forma talea poter essere facilmente stivato e trasportato.
Attualmente le conoscenze archeologiche non ci permettono di tracciare un quadro completo sull�utilizzo dell�anfora da trasporto, specialmente perle epoche pi� antiche.
La prima documentazione, relativa al suo utilizzo, � di tipo epigrafico e risale alla fine del III millennio a.C.. nel Mediterraneo orientale (Siria) e in Mesopotamia sono state rinvenute infatti delle iscrizioni su tavolette di terracotta, che testimoniano il suo uso come contenitore di vino.
Una serie di scoperte in scavi terrestri e marini nel Mediterraneo orientale e nelle regioni bagnate da esso, inerenti al II millennio, ha permesso invece di individuare il primo tipo di anfora usata nell�antichit�: quest�ultima, chiamata dagli studiosi �Cananea� dall�antica regione di produzione (attuale Siria, Libano e Israele), possiede gi� tutte le caratteristiche espresse prima, che andranno sempre pi� perfezionandosi nel corso dei secoli.
Nell�ambito del I millennio a.C., con i Greci, gli Etruschi e i Fenici, l�anfora diviene il contenitore pi� utilizzato, con forme, caratteristiche e capacit� diverse, pur mantenendo le varie parti che ne hanno fatto la sua fortuna.
Ne sono testimonianza sia una seri di relitti scoperti e indagati in tutto il Mediterraneo con carichi di anfore, sia gli scavi condotti in tutte le citt� del mondo antico che hanno restituito grandi quantit� di frammenti ceramici, riconducibili ad anfore da trasporto, provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo.
I relitti pi� numerosi indagati in fondo al mare Mediterraneo sono per� di periodo romano, dal II sec. a.C. fino al V sec. d.C., quando l�anfora fu utilizzata in grandissima quantit� e la sua diffusione fu capillare. Un�eclatante testimonianza di utilizzo e di diffusione delle anfore da trasporto durante l�impero romano � costituita dal cosiddetto �monte dei cocci� (Monte Testaccio) a Roma, estesa collina artificiale alta pi� di m 30, formata dagli scarti di anfore che arrivavano nel vicino porto del Tevere.
Con i Romani, e con la loro organizzazione politica e amministrativa, la cantieristica navale e il sistema di stivaggio delle navi sono andati via, via perfezionandosi: attraverso lo studio dei resti di un relitto scoperto ne litorale ligure si � potuto ipotizzare l�alloggiamento nella stiva delle presunte 11.000 anfore di vino che dovevano comporre il carico, disposte su almeno cinque filari sovrapposti.
Questi particolari recipienti servivano a trasportare qualsiasi tipo di mercanzia, in generale vino (per trasportare il quale l�anfora veniva impermeabilizzata con resina spalmata a caldo su tutta la superficie interna), olio e grano, ma anche miele, aceto, formaggio, frutta frasca e secca, pesce salato e sott�olio, �garum� ( salsa di pesce macerato al sole), monete, lumache, incenso, come testimoniano le fonti antiche.
Ritrovamenti subacquei e terrestri ci testimoniano il sistema di chiusura delle anfore, costituito da tappi in terracotta, pozzolana o sughero; in alcuni casi veniva utilizzata una semplice pigna incassata all�interno del collo; veruna maggiore tenuta, sopra i tappi venivano fatte colare sostanze di varia natura (resina, pece) per preservare meglio il contenuto.
Spesso nelle anfore possiamo trovare stampigliato il nome del proprietario dei vigneti o dell�esportatore o del fabbricante delle anfore o degli schiavi che le realizzavano o del proprietario della nave. Segni, graffiti e dipinti potevano invece riferirsi al carico e al tipo di qualit�.
Il �ciclo vitale� delle anfore era molto lungo; ma una volta esaurito il loro uso venivano riutilizzate nei modi pi� svariati: come tomba per contenere le ceneri dei defunti o per inumare al suo interno i cadavere; tagliate a met� potevano essere utilizzate da famiglie povere come culla sospesa con corde. Erano inoltre molto usate nell�edilizia: grossi frammenti di anfore sono stati trovati dagli archeologi nei muri antichi, come isolanti per il freddo e per il caldo, e nei tetti di chiese bizantine e medievali, per alleggerire la struttura; inoltre,frantumate e mescolate con la calce, servivano a rendere gli impasti pi� resistenti.
L�evidente funzionalit� di trasporto e di immagazzinaggio, la studiata forma di ogni singola parte, il rapporto ponderale contenitore-contenuto, sufficientemente equilibrato, e il basso costo dell�oggetto hanno fatto la sua fortuna nell�antichit�.
L�importanza che rivestiva l�anfora da trasporto nella vita quotidiana di un tempo risulta evidente dalla messa di dati che pu� scaturire dal suo studio; negli ultimi decenni si infatti assistito ad un maggiore impulso verso una pi� attenta e mirata ricerca. L�indagine subacquea pi� generalizzata, lo studio delle tipologie, ormai di prassi in tutti i contesti archeologici terrestri, e l�individuazione di nuovi centri di produzione stanno restituendo oggi un quadro sempre pi� complesso sulla societ� del mondo antico e sulla loro storia economica.
 
 
 
 


torna
su


 
Novita
« Casa Romana »
ROSSO IGT LAZIO


 
25 Ottobre 2010 dalle 16.30 alle 21.30
Degustazione Hotel Rome Cavalieri
Nuove annate per Stillato e Milleseicentosettanta


 
 
le NOSTRE RICETTE:
- Abbacchio brodettato
- Pasta cacio e pepe
- Zuppa di lenticchie

 
VINO, ARTE
e LETTERATURA

- Anfore di Vino
- www.dukabooks.com


  Vini Principe Pallavicini
 - 
S.A.I.T.A. SpA. Via XXIV Maggio, 43 - Palazzo Pallavicini - 00187 Roma
t.
+39 06 83467000 f +39 06 83467070

  Cantina
 - 
Via Casilina km 25,500 - 00030 Colonna (RM) t. 06-9438816 f 06-9438027
 
web design e sviluppo: wdpm.it